Il super berry della Patagonia per la lunga vita
- Dott. Dallo Gabriele
- 20 mag 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Originario delle aree montane tra Cile e Argentina deve il suo nome agli indiani Mapuche del Cile, in Italiano viene chiamato Mirtillo della Patagonia sto parlando del Maqui, questo frutto ricco di antociani dall’azione antiossidante è utile contro l’invecchiamento cellulare e per la salute di pelle e cuore, è una bacca nero-bluastra con sapore piacevole che può ricordare quello del mirtillo e del sambuco.
È una bacca che venne consumata per secoli dalle popolazioni indigeni della Patagonia più che come alimento vero e proprio veniva utilizzata come supplemento e integratore alla normale dieta, specie in caso di febbre o malesseri come diarrea e infiammazioni.
Il colore intenso della bacca dà informazioni riguardante la ricchezza di antociani, che sono veri e numerosi (delfinidine e cianidine) che oltre ad essere pigmenti hanno un forte potere antiossidante e protettivo per la pelle; contiene calcio, ferro e potassio ma importante le vit. E (antiossidante e utile per la cura dei capelli), vit. C (acido ascorbico) e B5 (acido pantotenico) che costituiscono una preziosa fonte energetica per tutti coloro che soffrono di affaticamento e stanchezza .
Si notano risultati che evidenziano l’efficacia del maqui per la prevenzione dell’ischemia, anche se non ci sono tuttora studi scientifici su questo frutto.
Il frutto rientra tra i “superfrutti” venendo addirittura ritenuto superiore ad altre bacche come acai, goji ed altre; è bene assumere i cibi con moderazione, specialmente quelli disidratati nei quali i principi attivi si concentrano enormemente.
Si consiglia un uso più che moderato nel caso di assunzione di farmaci coi quali potrebbero avvenire reazioni. Rientra tra i 5 frutti più antiossidanti conosciuti.
Nell’antichità era usata per produrre una bevanda alcolica chiamata Chicha , le foglie erano usate per tisane dagli usi lenitivi e medicinali in grado di guarire semplici stati febbrili e favorire la cicatrizzazione delle ferite.
L’elevato contenuto di antocianine del frutto ha effetti benefici sull’organismo umano in quanto sono anti-invecchiamento, preservano l’integrità vascolare e da trombo-embolia, proteggono da infarto e ictus, regola il colesterolo incrementando i livelli di HDL (colesterolo “buono”) prevenendo il deposito di grasso nelle arterie, rinforzando le pareti dei vasi sanguigni e proteggendo le LDL (colesterolo “cattivo”) dall’ossidazione e la glicemia, modula la risposta infiammatoria, allergica e immunitaria, migliorano la vista e riparano e proteggono il tessuto connettivo oltre a lenire irritazioni della gola; antibatterica, febbrifuga, antitumorale ed analgesica.
In particolare le delfinidine stimolano il sistema immunitario (i linfociti T producono interleuchina 2 e altre citochine; produzione di interferone gamma) e regolano l’infiammazione e la crescita cellulare, riducono il rischio di sviluppare malattie degenerative ed inibiscono la crescita di cellule cancerose.
Mentre la cianidina presente si presume possa inibire l’obesità, combatta il diabete e abbia effetti antinfiammatori.
La capacità antiossidante di questo frutto è misurato con il test ORAC (Capacità di Assorbimento dei Radicali dell’Ossigeno)ed il maqui contiene antocianine che lo proiettano tra i cibi con un valore ORAC significativo 27,600 ⴗmole /100 g.
Alte dosi di maqui portano ad azione astringente per questo nella medicina tradizionale delle terre di origine si sfrutta le bacche del maqui come rimedio contro la diarrea.
Citando un Neuro-scienziato e docente di Nutrizione Umana, “I polifenoli rappresentano il futuro per la gestione della salute, in realtà facevano già parte della dieta dell’uomo primitivo, anche se la scienza li sta riscoprendo ora, si depaupera la frutta di queste sostanze perché le si sbucciano, ciò non vale per i berry che ne sono ricchi anche nella polpe e che contengono dei polifenoli particolari”.
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