La nobiltà del sangue blu dell’aragosta
- Dott. Dallo Gabriele
- 11 giu 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Animale che può raggiungere i 50 cm (in età avanzata) di lunghezza ed un peso di 8 kg circa, costituito da un corpo affusolato simile al gambero che si differenzia in :
- Testa: che protegge il cervello e gli organi, ad eccezione dell’intestino; con la presenza di zampe e due lunghe antenne, due spine dentellate a forma di “V” con funzione difensiva e gli occhi, sono assenti le chele.
- Corpo: costituito da sei segmenti che rivestono il grosso muscolo, destinato alla fuga, e che terminano con una coda a ventaglio.
All’esterno è protetta da uno spesso carapace spinoso, bruno-rossastro con striature marroncino o giallo scuro.
L’aragosta è ricca di proteine ad alto valore biologico, povera di lipidi, maggior parte sono grassi polinsaturi o grassi buoni, contiene zuccheri; è un alimento proteico assolutamente ipocalorico e si presta anche a regimi alimentari dimagranti.
A causa del relativo contenuto di colesterolo, rappresenta un alimento poco consigliabile alla dieta contro l’ipercolesterolemia, però è un alimento ricco di vitamine idrosolubili, quali tiamina (B1), riboflavina (B2) e niacina (B3 o PP) seppur non disponibili le vitamine liposolubili; quest’alimento potrebbe essere ricca anche di retinolo (Vit.A).
Contenuto di ferro discreto con buoni apporti di potassio, il guscio dell’aragosta è ricco di chitosano, un polisaccaride che trattato industrialmente con soluzioni alcaline è possibile ricavarne la chitina, impiegata nella formulazione di integratori alimentari o come nel precedente articolo in un nuovo materiale naturale; oltre ad avere un effetto di aiutare a ridurre l’assorbimento del colesterolo e dei grassi presenti negli alimenti.
Ma l’aragosta ultimamente si è resa protagonista principale di una nuova scoperta per la Lobster Unlimited di Orono, USA, i ricercatori stanno studiando gli effetti in laboratorio del sangue i cui primi risultati sembrano promettenti nel combattere malattie dell’uomo.
Tanto promettenti che la stessa azienda ha richiesto un brevetto nell’utilizzare il sangue d’aragosta del Maine per formulare nuovi farmaci, seppur ancora lontani da un risultato soddisfacente il fatto che il sangue di questo animale abbia proprietà antivirali e antitumorali sembra essere certo.
Il sangue potrebbe rappresentare un prodotto anche a buon mercato in quanto questo materiale “di risulta” dalla lavorazione e dalla cottura delle stesse aragoste.
In particolare i ricercatori si sono interessati all’emolinfa, fluido interno che può essere considerato come il sangue dell’aragosta”, mentre una particolare proteina di questo fluido l’emocianina, sembra stimolare in maniera molto efficiente il sistema immunitario; viene utilizzata dagli artropodi e molluschi come proteina respiratoria, ed è una metallo-proteina contenente due atomi di rame responsabile del colore blu ,una volta entrato in contatto con l’ossigeno, che sono in grado di legare reversibilmente una molecola di O2.
Emocianina seconda solo all’emoglobina, quanto ad importanza, come mezzo di trasporto dell’ossigeno tra gli esseri viventi; il funzionamento di questa proteina è che gli atomi di rame sono legati a gruppi prostetici coordinati da residui di istidina, l’ossigenazione dell’emocianina causa un cambiamento di colore tra la forma deossigenata Cu(I), non colorata, alla forma ossigenata Cu(II) colorata in blu, le specie che utilizzano questa proteina per il trasporto dell’ossigeno sono crostacei che vivono in ambienti particolarmente freddi e con una bassa pressione di ossigeno, in queste circostanze il trasporto dell’ossigeno tramite l’emoglobina sarebbe meno efficiente di quello con l’emocianina in quanto presenta una bassa affinità di legame col pericolosissimo monossido di carbonio e il complesso proteina-ligando non è fotodissociabile, la disponibilità di avere l’emocianina libera nel sangue senza che essa sia contenuta in cellule apposite, permette al sangue di contenerne una maggior quantità, incrementando la capacità di trasporto di ossigeno, d’altro canto, la maggior quantità di emocianina e la grandezza della molecola incrementano sensibilmente il valore di viscosità del sangue e di conseguenza l’energia per pomparlo.
Questa proteina, secondo studi recenti di ricercatori, ridurrebbe la carica vitale delle cellule infettate dal virus Herpes simplex.
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